Ecco, questo dell'Aprilia è un grido di agonia dell'industria motociclistica italiana (e mondiale) che riassume lo status anche di altri settori industriali. Il significato tra le righe potrebbe essere "gli anni 2000 fanno schifo, le promesse di modernità, benessere e tecnologia non sono state mantenute, meglio connettere gli utenti col passato attraverso la riesumazione di cose che ricordino gli anni '80 e '90, in cui tutto pareva andare alla grande". Ed ecco spiegata l'aprilia SBK con colorazione vintage (AF1 250 style).
Le operazioni nostalgia non portano il motociclismo avanti nemmeno di un passo. Fanno sembrare le moto moderne anche un pò goffe (quel tricolore stava bene sulla moto di Reggiani o sulle AF1 125 ma sulla RSV sono semplicemente un cazzotto nello stomaco). Eppure in Aprilia proprio in quegli anni c'erano i designer più coraggiosi del mondo. Come dimenticare i selvaggi accostamenti di rosso e viola, di blu e verde mela?
Oggi le RSV4 sono delle splendide superbike nelle forme, ma le colorazioni sono diventate smorte, convenzionali, "giapponesi". Ed ecco che il reparto marketing di Aprilia si sveglia e pensa "ehy, ma le Aprilia degli anni 80 erano fighissime, c'è ancora oggi chi le ricorda con nostalgia! Perchè non celebrare l'italianità dell'Aprilia proprio per il GP di casa adottando qualcosa che è rimasto impresso nella mente del pubblico invece di pensare qualcosa di veramente nuovo? Copia/incolla! Vaiii! Lavoro gia fatto!". Tutto questo grazie anche a Steve Jobs, l'altro male di questo secolo. Ma questa è tutta un'altra storia.
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